Eh sì, di acqua sotto i ponti ne è passata tanta in questo periodo di silenzio.. bloggistico.
Una fila di giorni, l’uno accanto al’altro, ognuno simile e ognuno diverso, pieni di impegni, di scadenze, di momenti lieti e di momenti di noia, di gioie e di qualche dispiacere, di speranze e di delusioni, di vita, in ultima sintesi.
E che sono passati veloci, settimana dopo settimana, mese dopo mese, tanto da lasciarti increduli davanti al calendario… Già qui, ti viene da dire,già agli inizi di aprile 2016. Ma come è possibile che siano trascorsi tanto in fretta che non ce ne siamo quasi accorti? E cosa abbiamo fatto, giorno dopo giorno?
Beh, le solite ‘cose’, la montagna, la ginnastica, il volonteroso volontariato, l’inglese, i virtuosi ritrovi con i colleghi pensionati, tanti incontri ‘socializzanti’ con questa o quella amica, le visite ai parenti… la normale routine, insomma.
Senza particolari problemi di salute, eccezion fatta per qualche piccolo acciacco della giovinezza che avanza, un doloretto un giorno qui, il dì seguente lì, una bottarella di stanchezza la sera, con la palpebra che ti cala nei momenti meno propizi, ma nulla di grave, ringraziando il cielo e tenendo le dita ben incrociate.
Ma ci sono state anche grandi novità che hanno caratterizzato il 2015 (e l’inizio di questo nuovo anno) che meritano un discorso a sé stante.
La prima, in ordine cronologico, riguarda il figlio minore che, dal marzo dello scorso anno, sta gestendo un rifugio a due passi dalla città, in ottima posizione con stupenda vista su Trento e montagne circostanti, nelle vesti di cuoco. Lui in cucina e l’amico e socio Fabio in sala, con la giovane moglie. E chi c’è stato per tutto il 2015 dietro ai fornelli, in funzione di aiuto chef, lavapiatti, sguattero, ecc.ecc.? Ma il padre, vale a dire il mio amato consorte che si è impegnato in prima persona e a tempo pieno a dare una mano al diletto figliolo.
Così ogni mattina, salvo il giorno di chiusura, raggiungeva il rifugio e, indossati i panni del cuoco in seconda, lavorava fino a sera, operoso e alacre, obbedendo e collaborando, talora consigliando (e non sempre ascoltato)…E la di lui moglie, si chiederà qualcuno? Che faceva colei? Collaborava anch’ella alla gestione culinaria della struttura o operava in veste di lavapiatti? Niente di tutto questo, cari amici. La sottoscritta, moglie e madre, partecipava in veste di commensale (pagante) alla buona riuscita dell’impresa, gareggiando per il titolo di ‘cliente più affezionata’ con il padre del socio Fabio, anch’egli spesso seduto al desco.. Oltre a lavare e stirare le bianche giacche da chef dei due cuochi, ovviamente.
Così mi sono ritrovata, per quasi tutto il 2015, nelle vesti di una specie di ‘vedova bianca’, a dovermi gestire il tempo libero che fino ad allora avevo condiviso con il marito. Oddio, non mi sono persa d’animo e, tra una vacanzina oltreoceano con l’amica Patrizia e una in terra greca con la Sat, le numerose escursioni della Sat stessa, domenicali e infrasettimanali ed i restanti impegni che caratterizzano le mie giornate, il tempo è passato talmente rapido da ritrovarmi alla fine dell’anno e alla chiusura per ferie invernali del rifugio quasi senza che me ne accorgessi.
In giugno, poi, e questo è stato il secondo avvenimento (con la A maiuscola) si è sposato il figlio maggiore, Mattia, con la sua amata Francesca. Un matrimonio decisamente agli antipodi di quello tra Paolo e me, nel lontano 1976: una grande festa con oltre 130 invitati, che ha soddisfatto tutti (o quasi), dalle anziane nonne ai più giovani e giovanissimi, con pranzo, musica e balli, che si sono protratti fino a notte e con tutto quello che una cerimonia comporta, dalle partecipazioni alle bomboniere, all’abito della sposa che lo sposo ha visto solo al momento ‘giusto’ e al boquet di fiori, rigorosamente lanciato in aria tra le invitate più giovani, ansiose di afferrarlo, senza contare un Signor viaggio di nozze che ha avuto come meta…le Hawaii. In verità, in tutta questa organizzazione, il mio unico compito è stato quello di trovare l’abito adeguato al mio ruolo di madre dello sposo, nonché le scarpe con tacco, un’impresa, quest’ultima, che mi ha vista girare dentro e fuori non so quanti negozi di calzature.
Infine, la Super Novità, annunciata poco dopo il ritorno dalla luna di miele: c’era un bambino in arrivo. Una gravidanza ‘felice’, senza particolari problemi e il 25 febbraio di quest’anno è nata Tessa, una bambolina speciale, per la gioia di genitori, nonni e parenti vari.
Ed io, da nonna orgogliosa e contenta, nonché tecnologicamente avanzata, me ne vado in giro con le foto di questa frugolina adorabile, che mostro con malcelato orgoglio (e dire che non ho mai avuto nel portafoglio alcuna foto dei miei figli!!)
P.S. Avrei voluto postare una foto mia con neonata tra le braccia, ma, ahimè, ogni tentativo è stato vano. Dovrò rispolverare le mie conoscenze tecniche, spazzando via tutte le ragnatele della dimenticanza )D